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#News
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Il laser spaziale segue la più grande migrazione della Terra attraverso i mari
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Gli scienziati hanno utilizzato il lidar spaziale per tracciare la migrazione verticale quotidiana di piccole creature oceaniche, aumentando la comprensione dei cicli del carbonio marino.
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Il satellite Cloud-Aerosol Lidar e Infrared Pathfinder Satellite Observations (CALIPSO) è una joint venture tra la NASA e l'agenzia spaziale francese Centre National d'Etudes Spatiales. Poco dopo il suo lancio nel 2006, si è scoperto che, oltre a osservare gli aerosol di nubi, CALIPSO era in grado di monitorare gli oceani fino a 20 metri di profondità. Questo gli ha permesso di tracciare la Diel Vertical Migration (DVM), dove minuscole creature marine come krill, pesciolini e calamaretti si avvicinano di notte alla superficie dell'oceano per nutrirsi di fitoplancton.
"Questo è l'ultimo studio che dimostra qualcosa che ha sorpreso molti: che i lidar hanno la sensibilità per fornire misurazioni oceaniche scientificamente utili dallo spazio", ha detto Chris Hostetler, scienziato del Langley Research Centre della NASA in Virginia, e co-autore dello studio, che appare in Nature.
"Penso che stiamo solo grattando la superficie di una nuova ed entusiasmante scienza oceanica che può essere realizzata con il lidar"
La DVM è la più grande migrazione di biomassa del pianeta e come tale ha implicazioni più ampie per gli ecosistemi oceanici, gli stock ittici e persino il cambiamento climatico. Il fitoplancton assorbe l'anidride carbonica attraverso la fotosintesi. Quando lo zooplancton, come il krill e i pesci minuscoli, migrano in superficie per nutrirsi di esso, gran parte di questo carbonio viene poi sequestrato nelle profondità dell'oceano quando le creature defecano o muoiono. Questo nastro trasportatore in carbonio mediato da animali è riconosciuto come un meccanismo importante nel ciclo del carbonio della Terra.
"Quello che il lidar dallo spazio ci ha permesso di fare è campionare questi animali migratori su scala globale ogni 16 giorni per 10 anni", ha detto Mike Behrenfeld, il responsabile dello studio e ricercatore senior e professore alla Oregon State University di Corvallis, Oregon. "Non abbiamo mai avuto una copertura globale di questo tipo che ci permettesse di osservare il comportamento, la distribuzione e l'abbondanza di questi animali.
"I nuovi dati satellitari ci danno l'opportunità di combinare le osservazioni satellitari con i modelli e di fare un lavoro migliore per quantificare l'impatto di questa enorme migrazione animale sul ciclo del carbonio della Terra"