Aggiungi ai preferiti
Vedi traduzione automatica
Questa è una traduzione automatica. Per vedere il testo originale in inglese
cliccare qui
#News
{{{sourceTextContent.title}}}
Gli operatori di droni esortano la FAA a cambiare la posizione sulle regole
{{{sourceTextContent.subTitle}}}
La risposta al sistema di conformità proposto avrebbe l'effetto sbagliato, sostengono gli operatori.
{{{sourceTextContent.description}}}
Gli operatori di droni, tra cui DJI, leader mondiale nel settore dei droni civili e della tecnologia di imaging aereo, hanno presentato più di 51.000 commenti alla recente regola di Remote ID della FAA, sollecitando la FAA a riconsiderare la necessità di due mezzi per conformarsi alla regola.
Il commento formale di 89 pagine del DJI delinea un percorso in cui i piloti di droni possono scegliere uno dei due metodi di identificazione a distanza da utilizzare con i loro droni, invece di essere obbligati a rispettarli entrambi. Il programma di identificazione remota darebbe alle autorità la possibilità di identificare e monitorare i droni quasi in tempo reale, con la possibilità di tracciare la posizione e il numero di serie. I due metodi di tracciamento comprendevano la trasmissione delle informazioni attraverso la rete wireless del drone al database del fornitore di servizi, con un canone mensile associato, nonché la trasmissione diretta dei dati ai ricevitori vicini.
La FAA ha previsto che il costo mensile della conformità sarà di circa 2,50 dollari, mentre uno studio condotto da NERA ha stimato che il costo mensile sarà di 9,83 dollari, quasi un quadruplo. Il comunicato stampa riportava che "la domanda di droni sarebbe diminuita del 10% se le proposte della FAA fossero state imposte per iscritto; e che i costi totali in dieci anni sarebbero stati di 5,6 miliardi di dollari invece della stima di 582 milioni di dollari della FAA"
Con la scadenza del 2 marzo per i commenti passati, resta da vedere quale direzione prenderà la FAA con l'input dell'utente.